Perdonatemi il titolo un po’ criptico, ma non credo esista una sintesi più efficace di questa.
Nella schizofrenia che spesso caratterizza le nostre pubbliche amministrazioni, di fronte ad un problema comune ogni ente fa un po’ come gli pare.
Ricordo ai colleghi che, anche se il Ministero della Giustizia ha scelto Microsoft Teams per tutte le videoconferenze, il Processo Civile Telematico è diverso (e lo era già da prima) dal Processo Penale Telematico, dal Processo Tributario Telematico e dal Processo Amministrativo Telematico, i quali sono diversi anche tra loro, a livello di files utilizzabili, modalità di comunicazioni, elenchi PEC utilizzabili etc. etc.
Non è quindi così strano che l’amministrazione finanziaria scelga, per le mediazioni con l’Agenzia delle Entrate, un sistema completamente diverso, che ora scopriamo insieme.
Le Agenzie delle Entrate si avvalgono spesso di istituti stragiudiziali quali adesioni, mediazioni e conciliazioni, istituti a cui il contribuente può aderire anche da solo, senza l’ausilio di un avvocato (cosa che, ovviamente, sconsiglio).
Tutti questi istituti richiedono la presenza fisica in sede del contribuente, del suo avvocato o meglio ancora di entrambi, sia per poter parlare in libertà e nel rispetto della privacy, sia soprattutto per accertare l’identità dei presenti e quindi l’effettività del contraddittorio.
In tempi di epidemia tali istituti, non potendosi svolgere di persona, si svolgono in videoconferenza, e sono ormai molteplici gli strumenti per questa operazione; quello scelto dall'Agenzia delle Entrate è jitsi.
Il vantaggio principale di questa applicazione è l’estrema facilità di utilizzo, se utilizzate il PC non dovete scaricare alcuna applicazione (mentre con lo smartphone sì, ovviamente gratis), e soprattutto non dovete nemmeno registrarvi, né creare un profilo né comunicare e-mail.
Il funzionario che voglia comunicare con noi non deve far altro che creare una conversazione dandogli un nome, quindi ottenere il link diretto alla conversazione ed inviarlo al nostro indirizzo e-mail (che gli avremo preventivamente comunicato già nella prima istanza di mediazione proprio a tale scopo).
Noi non dobbiamo fare altro che aprire la mail, cliccare sul collegamento indicato e siamo già in collegamento con il funzionario. Quanto al verbale, per ora le istruzioni prevedono che lo stesso sia scritto dal funzionario, che lo invia per e-mail al contribuente, il quale lo firma elettronicamente (se può) oppure può limitarsi a stamparlo, firmarlo alla vecchia maniera, fotografarlo e rispedirlo, e in tal guisa viene accettato dall'amministrazione.
Oltre alle funzioni base, sono previste anche una chat, la condivisione a schermo, la possibilità di apporre una password al link e naturalmente la registrazione del video.
A fronte dell’estrema semplicità di utilizzo che lo rendono pratico anche per non esperti ci sono delle evidenti falle di sicurezza che, a parer mio, ne avrebbero sconsigliato l’uso per trattare informazioni riservate come le pendenze tributarie.
Prima di recensire un nuovo strumento, come faccio sempre, ho studiato i tutorial in rete, ho seguito le istruzioni degli sviluppatori, quindi ho fatto una prova concreta.
In questo caso ho creato una nuova conversazione chiamata “prova” (vabbè, forse ho peccato di sufficienza), e… mi sono subito ritrovato in videoconferenza con un altro tizio che in quello stesso momento aveva avuto la mia stessa idea!
Mi sono immediatamente disconnesso (senza nemmeno scusarmi, ora che ci ripenso..) ed ho riprovato con un nome decisamente più originale, cliccando tasti a caso sulla tastiera: ero da solo. A quel punto ho creato un link di collegamento da inviare per e-mail ad un altro utente (me stesso da altro dispositivo) e funziona tutto.
Mi appare evidente il rischio di intercettazione della videochiamata: a me è riuscito per puro caso, un utente interessato potrebbe comunicare il link a qualcun altro per fargli intercettare e registrare la chiamata, per esempio.
Personalmente avrei scelto altri sistemi per la comunicazioni di dati sensibili quali le pendenze con l’Agenzia delle Entrate, ma mi auguro che l’amministrazione finanziaria faccia un uso intelligente di questo strumento.
Scrivi commento