Ho appena concluso (con successo) il primo corso di formazione a distanza (FAD) organizzato da Cassa Forense, e mi pare opportuno farne una recensione, ad uso dei colleghi che vogliono approcciarsi a questo tipo di formazione, ma soprattutto, mi auguro, a titolo di feedback per la stessa Cassa Forense.
Ciò perché, anticipando le conclusioni, la recensione è complessivamente negativa. Sulla base di esperienze precedenti di corsi FAD (di cui sono grande fan, passatemi il gioco di parole), e soprattutto comparandoli con i corsi organizzati qualche anno orsono dal CNF, emergono tutta una serie di criticità tecniche, di cui spero la Cassa faccia tesoro.
La prima e più evidente è anche la più facilmente risolvibile dal punto di vista tecnico: non è possibile mettere la schermata a tutto schermo. E’ presente la cornice del sito, quindi la diapositiva principale, che occupa circa un terzo dello schermo, quindi un quadrato grande quanto un francobollo da cui parla il relatore. Le slides con molto testo (quasi tutte) sono praticamente illeggibili, per non dire di quelle con grafici. L’aspetto tecnico generale (comparato con altre esperienze FAD, come Federica.eu) è di una certa improvvisazione tecnica: i video sono stati registrati evidentemente con una webcam e con un microfono da PC, non con una vera telecamera ed un vero microfono, ed anche l’audio inevitabilmente ne risente (consiglio vivamente le cuffie).
La registrazione a mezzo webcam viene resa ancor più tristemente evidente dal fatto che il relatore, per la maggior parte del tempo, non guarda quasi mai il fruitore del corso (ossia non guarda la webcam posta evidentemente sopra la sua linea visiva), ma per lo più si limita a leggere le slides dallo schermo, contro ogni più elementare principio di public speaking.
Il criterio di un credito per ogni ora di corso viene seguito alla lettera (a differenza di quelli organizzati dal CNF): il corso a cui ho assistito è durato esattamente un’ora, e a tal proposito mi sarebbe stato utile un orologio per sapere a che punto ero del corso, e soprattutto quanto mancava alla sua conclusione.
Inoltre né l’avvio del corso né l’accreditamento finale sono esattamente user friendly, ma poco immediati.
Infine, come ciliegina sulla torta (e sempre a differenza dei corsi organizzati dal CNF, che imitavano un certificato in cornice) i certificati dei crediti formativi una volta stampati hanno font e colori decisamente brutti (non c’è altro termine).
Nulla da dire sulla qualità formativa delle relazioni e sui “test” (non troppo facili né troppo difficili).
Resta il credito formativo in una materia a volte difficile da reperire sul territorio, ma c’è molto da migliorare.