Deve essere chiaro che cosa si intende per pubblicazione giuridica, perché fraintendere il concetto potrebbe annullare tutti i potenziali vantaggi. Per cominciare, quello che state leggendo adesso NON è una pubblicazione, ma solo un post su un blog. Per pubblicazione intendo un articolo giuridico impostato come una piccola tesina, con tanto di indicazioni legislative, giurisprudenza e bibliografia, note a margine e richiami etc. (pensate un po’ a quello che avete dovuto fare per la tesi, e immaginatelo su piccola scala). Il vostro articolo dovrà essere come quelli sulle riviste giuridiche che leggevate all’Università, o anche come quelli delle riviste on-line. Pianificate innanzitutto l’argomento, perché dovrà essere qualcosa su cui vi sentite preparati, o che vi interessa molto. Cercate e selezionate tutto il materiale, soprattutto leggi, sentenze e bibliografie, con il riferimento esatto, e infine scrivete. Se così vi sentite più sicuri, riprendete un passo della vostra tesi, ma adattatelo ad una pubblicazione breve (max 5-10 pagg, meglio di meno) e soprattutto aggiornatelo.
State attenti anche al copywriting, ossia l’impostazione grafica del vostro articolo: il carattere scelto, le impostazioni del paragrafo, le note, titoli e sottotitoli, l’eventuale in testazione etc. Molto meglio non fare gli originali e restare sul classico, ossia Times New Roman giustificato, con titolo che risultino così anche dallo stile (ossia nella mappa documento). E’ possibile che la rivista che decida di pubblicarvi lo faccia stravolgendovi tutta l’impostazione, cosa che è un po’ seccante. Per evitare di fare del lavoro inutile, prima di inviare il lavoro leggete gli altri articoli pubblicati e usate le stesse impostazioni. Alcune riviste indicano espressamente le impostazioni grafiche da usare per gli articoli, risolvendovi il problema.
Che cosa scrivere? Questo è un dubbio che attanaglia quotidianamente tutti gli scrittori di professione. Fortunatamente il diritto è sempre in continua evoluzione, e non mancano mai argomenti da discutere. Tuttavia nella bibliografia tradizionale di un giurista le pubblicazioni sono tradizionalmente di cinque tipi: dottrina, nota a sentenza, commento a legge, relazione a convegno, recensione di un libro.
La dottrina pura è costituita da dissertazioni su un argomento qualunque, nel quale esponete anche una vostra personale tesi; è la pubblicazione tradizionale, e dovrebbe essere anche quella di qualità migliore; per un esempio personale v. natura mista dell'assegno divorzile.
Le note a sentenza sono commenti su recenti pronunce, sulle quali non mi dilungo, ma rinvio a condizioni di riabilitazione del fallito.
Il commento ad una legge rappresenta il vostro pensiero su una novità introdotta dal legislatore; non deve essere necessariamente negativa o positiva, purché abbiate qualcosa da dire: evitate la spiegazione articolo per articolo; per un esempio v. nota critica alla composizione della crisi da sovraindebitamento.
La relazione ad un convegno giuridico è meno semplice da scrivere di quanto sembra. Dando per scontato che presenziate all’evento e vi appuntate tutto (magari con un registratore), e che prendete anche tutto il materiale disponibile (brochure, relazioni, locandina…), nella relazione dovete dare all’evento tanto spazio quanto al contenuto dello stesso. Indicate quindi l’ente che ha organizzato l’evento, la location, i relatori con una breve presentazione per ciascuno (magari un piccolo curriculum in nota) e infine un riassunto delle relazioni. In partica il lettore deve sentirsi come se fosse stato presente al convegno.
Questo tipo di pubblicazione ha anche altri vantaggi; innanzitutto vi permette di superare il blocco dello scrittore, in quanto non dovrete studiare (non molto, almeno) né lavorare di fantasia, ma semplicemente prendere appunti su quello che ascoltate; inoltre se relazionate gli incontri formativi in un colpo solo raddoppiate i crediti presi in un giorno. Infine, per farvi conoscere anche dai vostri colleghi, potrete far distribuire la relazione dal vostro Ordine, per i colleghi assenti, con un ulteriore ritorno di immagine.
Per un esempio v. rendere giustizia: legalità, responsabilità e professione.
Anche scrivere la recensione ad un libro giuridico potrebbe essere meno semplice di quello che pensate; dando per scontato che il libro lo abbiate letto veramente e per intero, deve trattarsi di un libro recente, non ancora recensito ufficialmente, e su un argomento che conoscete (se vi professate civilisti non varrà a nulla la vostra recensione di un trattato di criminologia). Non deve trattarsi né di una stroncatura né di una celebrazione entusiastica, ma di una recensione oggettiva.
Non ho ancora scritto recensioni (pur essendo stato soggetto a recensione…), ma un esempio veramente efficace di recensione è quella a diritto delle comunicazioni elettroniche.
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